Rieccoci qui per una nuova prova di un qualcosa che non è nuovo, ma non è stato provato "a modo mio", un po' come il caffè.
Oggi due ruote, parliamo di Honda cbr 600 rr m.y. 2005/2006.
Fino a pochi mesi fa di mia proprietà, adesso ha preso altre strade, per la precisione teutoniche, ma tant'è, un bel resoconto lo facciamo lo stesso, nel frattempo che attendiamo arrivi l'erede (novembre è un buon mese per comprare...)
Antefatto:
Acquistata di seconda mano con circa 20.000km sul groppone, il precedente proprietario non era proprio un patito di manutenzione, sono partiti diversi bigliettini
da 100 per poterla riportare all'eccellenza, per fortuna mamma Honda costruisce moto belle solide, e non ha risentito della mancanza di coccole precedenti.
Estetica:
A differenza delle auto, sulle moto c'è meno da dire, ma molto di più da notare, con l'avvento della nuova generazione di cbr, Honda ha voluto ai tempi (m.y. 2003/2004) strizzare l'occhiolino al rc211v del motomondiale, azzeccando il tiro in tutto e per tutto.
Il m.y. 2005/2006 non è altro che un primo affinamento del vecchio modello, che seguirà nelle versioni successive, principalmente ciò che si nota maggiormente è la forcella a steli rovesciati,le pinze ad attacco radiale, il riposizionamento della luce di posizione centrale, dato l'accorciamento della lunghezza del cupolino, ed una enfatizzazione delle finte presine d'aria sul posteriore, più accentuate. Rispetto ai modelli più recenti anche della stessa cbr, è piuttosto "corpulenta" pur avendo delle dimensioni ridotte. La linea è molto sportiva, soprattutto con lo scarico sottosella che per me la rende già dalla prima occhiata una sorta di sportiva pronto gara. Molto affascinante il forcellone posteriore asimmetrico.
Una volta a bordo, gambe e braccia trovano una posizione piuttosto naturale, grazie anche al fatto che i semimanubri non sono infulcrati direttamente all'anello sullo stelo forcella, ma hanno un piccolo rialzo che consente di non demolire i polsi dopo pochi km, mentre le pedane, devo essere sincero forse per il mio stile di guida, sono poste troppo in basso ed avanzate, due o tre fogliolini da 100 sistemano il problema.
La strumentazione è compatta a forma trapezoidale dove di analogico c'è solo il contagiri, tutte le altre informazioni sono digitali.
Non mi soffermo sulla colorazione in quanto come potete vedere, è la replica Melandri 2006, non in commercio, ma eseguita su richiesta del precedente proprietario, peraltro non eseguita a regola d'arte in quanto le parti gialle esposte al calore col tempo sono sbiadite.
GIRIAMO LA CHIAVE E PARTIAMO!
Dopo il check generale, avviamo il motore. La moto è equipaggiata di serie con il kit DPM (De Pretto Moto) che comprende: scarico dedicato a doppia uscita con taglio a fetta di salame, inutili pedane pilota (di più scivoloso esiste solo l'olio d'oliva sul marmo bagnato dopo verci passato la cera), due orrende ghiere per la regolazione del precarico anteriore.
Lo scarico DPM rende la voce della moto bella rauca, ma allo stesso tempo il minimo perde in linearità, non è più un "wuuuuuuu" tipico del quattro cilindri in linea ma più un "wu wu wu wu wu" bello cazzuto però!
In marcia si notano alcune migliorie rispetto alla passata edizione, il tiro ai bassi è stato leggermente migliorato, si rende però necessario investire, nel mio caso, per un pignone per accorciare ulteriormente i rapporti. La posizione durante la guida è comoda, non stanca nemmeno parecchi km, soltanto la sella come su tutte le sportive, se si viaggia in jeans, tende ad anestetizzare le chiappe.
Sempre in marcia, a maggior ragione rispetto ad una macchina bisognerà fare delle prove al fine di adattare tutta la ciclistica, ampiamente regolabili forcelle e mono alla propria corporatura e stile di guida.
Personalmente (sono 1.80x87kg) ho dovuto posteriormente solo irrigidire il mono e frenarne un pelo la compressione, mentre all'anteriore è stato aumentato il precarico, chiuse leggermente le frenature idrauliche in compressione e meno in estensione ed infilato le forcelle di una tacca in quanto per il mio stile di guida non chiudeva bene le curve, con le regolazioni di serie.
Con queste modifiche, da alcuni chiamate anche "assetto da panca di legno", si soffre un pochino sullo sconnesso, tuttavia aumenta molto la reattività e l'inserimento in curva, forse nota un po' dolente vista l'abbondanza della moto.
Per quanto riguarda la frenata, ho sostituito i tubi con altri in treccia metallica e sostituito le pastiglie con delle sinterizzate racing. La moto ha subito guadagnato in prontezza e resistenza all'affaticamento. Da tenere in conto soprattutto se fate qualche puntata in pista. Su strada magari i tubi in treccia non sono proprio indispensabili come il pieno di benzina, però a mio parere, una spesa ma fatta bene.
Attenzione alle gomme, nel mio caso ho avuto modo di provare Bridgestone BT016PRO ed S20 mentre di Metzeler le Rennsport. Gli sparuti cm di gomma che vi separano da terra, sono fondamentali nel caso di una moto, e se avete speso dei soldi per comprarne una, non lesinate nell'acquisto delle gomme, scegliete sempre delle gomme per uso sportivo, vi garantiranno è vero minor durata, tuttavia vi consentiranno di sfruttare la moto per quello per cui è stata progettata, in totale sicurezza...una volta che sotto si hanno 110 puledri che scalpitano avere l'equivalente delle Crocs per fare un po' gli "stupidini" non è il massimo.
Altrimenti, compratevi una Deuville e ci potrete mettere sopra anche delle stringhe di liquirizia, che andranno sempre bene.
Avere una moto sportiva è una gran bella soddisfazione, tuttavia la soddisfazione costa, e fare una scarpa ed una ciabatta si traduce quasi sempre con una musata o un carroattrezzi!
Neanche Honda secondo me è esente da difetti, piiiiiiccoli ma pur sempre tali.
Uno da pignoli, anzi pignolissimi è il posizionamento della tasca per la trousse attrezzi. Probabilmente è saltata più di una testa in giappone a tal proposito, poichè è posizionata dietro alla carena destra. Ok, sono d'accordo che sulle sportive non c'è posto, carene attillate, ingombri ridotti...però se per prendere gli attrezzi ho bisogno degli attrezzi.....Altra nota, ma questa è quasi futile, la trousse pesa abbastanza, e secondo me se serve e ci si trova a km da casa, meglio chiamare il carroattrezzi, quindi al primo tagliando l'ho levata e riposta in garage, già peso io, cerchiamo di limare dove possibile!
Qui un Bussola felice dopo aver tolto la trousse attrezzi!
Altro piccolo appunto alle pedane, non al loro posizionamento, in quanto di serie devono cercare di soddisfare quanta più clientela possibile, ma a quelle del kit DPM. Non fanno presa sullo stivale, punto, non si scappa. La parte che dovrebbe frenare la suola degli stivali è smussata e non aiuta a puntare il piede in curva, anzi, personalmente in pista ho avuto modo di perdere l'appoggio sulla pedana. Siccome però ancora non era in previsione il cambio delle pedane, ho provveduto a dare loro una forma migliore, con una lima e tanto olio di gomito.
Ultimo, ma un po' più rognosetto, attenzione se prendete degli acquazzoni o siete tra quelli che manco un'alluvione li separa dalla moto; una volta a casa prendetevi una mezz'ora e asciugatela per bene, i raccordi delle tubazioni tendono a formare ossido, mentre la serratura del serbatoio se trascurata tende a diventare dura.
MA IN PISTA COM'E'?
Premetto che la mia esperienza in pista si traduce in 5 puntate a Castelletto di Branduzzo (PV), un piccolo toboga pieno di curve. Se siete alle prime armi, o volete affinare la tecnica in curva, secondo me è una delle piste ideali, anche perchè ti fa fare il fiato, il rettilineo più lungo dura 3 secondi il resto solo curve curvette e due curvoni parabolici.
In attesa a Castelletto
In pista la moto si comporta egregiamente, una volta regolate le pressioni delle gomme e regolato quanto di regolabile al vostro stile di guida, la moto segue telepaticamente i vostri ordini, non è la più veloce del mondo in ingresso curva, va portata, però una volta entrata in traiettoria è stabilissima e consente delle belle pieghe, rimanendo rigorosa anche facendola scorrere più di quanto il buonsenso consenta.
Soltanto la frenata, specie con il caldo estivo comincia a predere di incisività, e in questo caso tubi in treccia e pastiglie sinterizzate racing fanno molto per tenere la frenata sempre pronta.
In pista si può parlare di nota dolente parlando della posizione delle pedane, sono un po' troppo in basso, benchè non sia un Troy Bayliss, non sono proprio da pensionamento, ed anche in una pista con sole due curve da percorrenza, le pedane vengono tranquillamente tritate, facendo però perdere un po' di confidenza in curva, perchè si sente chiaramente che la moto ed il pilota potrebbero scendere ancora un pochino. In questo caso un paio di pedane aftermarket risolve la questione.
Finalmente Bussola in azione
Che dire, ormai ci sarà un Bussola crucco su quella sella, ma non importa, il cbr 600 rr è un'ottima moto, specialmente per chi è alle prime armi in quanto non mette mai in difficoltà con una erogazione lineare, senza botte improvvise di potenza e da un'abitabilità tutt'altro che da fachiri, mentre per chi ha già un po' di gavetta alle spalle, consente di andare forte, molto forte, specialmente in curva!
Non a caso ha vinto il mondiale supersport........ ;)
Al prossimo test!!
Bussola
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